In Nuova Zelanda, il barefoot hiking, ossia l’escursionismo a piedi nudi, è una vera e propria filosofia di vita. Anche negli Stati Uniti e in Nord Europa è praticato già da tempo, tanto che in Germania esistono sentieri dedicati proprio a chi sceglie di camminare a piedi scalzi. In Italia, dove viene indicato col nome di gimnopodismo, lo stiamo scoprendo solo ora. L’APT (Azienda per il turismo) di Madonna di Campiglio, ad esempio, ha inserito questa pratica nel suo programma di natural wellness proponendo escursioni a piedi nudi in natura in tutte le stagioni dell’anno, anche sui sentieri innevati.
Camminare a piedi nudi porta notevoli benefici per l’intero organismo, dal miglioramento dell’equilibrio muscolo-scheletrico del corpo all’aumento della vitalità. In primo luogo, a beneficiare del contatto della pianta del piede col suolo è la nostra postura favorita dal movimento corretto del corpo. Per camminare correttamente a piedi nudi dobbiamo prima appoggiare l’avampiede e solo dopo completare l’appoggio con il tallone. In questo modo l’arco plantare si contrae e rilassa per recuperare la sua funzione di molla. Questo movimento effettua sul piede una riflessologia naturale: esercita un continuo massaggio plantare su tutti i punti dell’agopuntura, determinando uno stato di euforia ed eccitazione in chi fa lunghe camminate a piedi scalzi.
A livello fisico, inoltre, camminare a piedi nudi rafforza la muscolatura dei piedi, favorisce la corretta distribuzione del peso del corpo, facilita la traspirazione della pelle e migliora la circolazione del sangue.
A livello emotivo, questa pratica stimola determinati circuiti nervosi grazie al contatto dei piedi con il suolo e allevia lo stress: camminare a piedi nudi, soprattutto su una superficie naturale e in un contesto rilassante come un bosco, un sentiero naturale o la spiaggia, è distensivo e rilassante. Può quindi essere un’attività efficace da praticare quotidianamente a fine giornata per liberarsi delle tensioni accumulate.
I benefici sono maggiori se si sceglie una superficie naturale. Sabbia o erba (ma anche neve) sono le più indicate perché ammortizzano gli urti e permettono di scaricare parte del peso corporeo direttamente sul terreno. Mentre su una superficie rigida come il pavimento, il peso rimane tutto sul piede.
Nel caso delle escursioni sulla neve, ai benefici del barefoot si uniscono quelli derivati dal contatto con la superficie fredda: aumento del dispendio delle energie, attivazione del sistema immunitario, maggiore lucidità mentale derivata dal minor consumo di glucosio, miglioramento dell’umore e del sonno grazie all’aumento delle endorfine e della melatonina. Ad introdurre in Italia questo metodo chiamato Hot mind è stato Andrea Bianchi, autore di diversi saggi sul tema, che insegna ad utilizzare il respiro e il cammino per far emergere da dentro quel calore che altro non è se non la risposta naturale dell’organismo ad una determinata stimolazione.
Una sensazione di benessere che parte dai piedi e si irradia in tutto il corpo.