Il 5 dicembre scorso, l’Aula del Senato ha dato il via libera definitivo e all’unanimità al disegno di legge sull’oblio oncologico. Il testo contiene disposizioni in materia di diritto all’oblio per le persone che sono state affette da patologie oncologiche, per prevenire le discriminazioni e tutelarne i diritti.
Il percorso di questo disegno di legge era iniziato nel novembre del 2021 quando la Fondazione Aiom lancia la campagna #iononsonoilmiotumore, sostenuta e diffusa poi da altre associazioni e reti di associazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla discriminazione subita dai pazienti guariti da un tumore. Infatti sono oltre 900mila le persone, oggi, in Italia, che, pur guarite da un tumore , possono trovare difficoltà nell’accesso ad alcuni servizi, come la richiesta di mutui e prestiti, la stipulazione di assicurazioni e l’adozione di figli. Ma in realtà oggigiorno moltissime neoplasie sono curabili, e altre hanno un’aspettativa di vita lunga. Un paziente oncologico viene considerato “guarito” quando raggiunge la stessa aspettativa di vita della popolazione generale. Le tempistiche variano in relazione alle diverse neoplasie.
Grazie alla campagna #iononsonolimiotumore, sono state raccolte oltre 100.000 firme consentendo, al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) di presentare un disegno di legge alle Camere, approvato poi all’unanimità ad agosto 2023, fino al passo successivo, appunto, che è stata l’approvazione in Senato del testo unificato che si appresta a diventare legge.
In particolare, la legge assicura il diritto a non fornire informazioni o subire indagini rispetto alla propria condizione sanitaria pregressa, quando si sono conclusi i trattamenti da almeno dieci anni e senza episodi recidivi, o da almeno cinque nel caso in cui la patologia sia insorta prima del ventunesimo anno di età. Inoltre, l’uso di queste informazioni è vietato anche nel caso in cui siano già in possesso del fornitore del servizio.
Una conquista per tutti coloro che hanno affrontato la malattia oncologica.