Il contatto fisico è in grado di ridurre il dolore, la depressione e l’ansia: sono questi i risultati di una analisi condotta su 212 studi relativi a quasi 13.000 individui. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Nature Human Behaviour dai ricercatori del Social Brain Lab dell’Istituto olandese di neuroscienze ad Amsterdam, con la partecipazione della neuroscienziata italiana Valeria Gazzola. Studi precedenti avevano già dimostrato che il contatto giova alla salute fisica e mentale, ma in questa analisi dei ricercatori olandesi è stata presa in esame anche l’influenza di altre variabili come il tipo di contatto o chi lo esercita.
Il senso del tatto ha un’importanza immensa per molti aspetti della nostra vita. È il primo senso a svilupparsi nel neonato e l’esperienza più diretta con il nostro ambiente fisico e sociale. La nostra esperienza tattile comprende anche il “tocco” che riceviamo dagli altri intorno a noi, ad esempio attraverso abbracci, baci o massaggi consensuali. La recente pandemia di coronavirus ha aumentato la consapevolezza riguardo alla necessità di comprendere meglio gli effetti che il contatto fisico – e la sua riduzione durante il distanziamento sociale – può avere sul nostro benessere mentale e fisico.
Gli studi del gruppo di ricerca olandese hanno dimostrato che nei neonati il contatto fisico abbassa i livelli dell’ormone dello stress (il cortisolo) e facilita l’aumento di peso, mentre negli adulti riduce il dolore, la depressione e l’ansia. Il contatto si è dimostrato benefico sia per i gruppi sani che per quelli clinici: questo dato è fondamentale perché le precedenti ricerche si erano concentrate su individui con diagnosi di disturbi clinici. Per quanto riguarda gli esiti sulla salute mentale, lo studio ha riscontrato effetti maggiori nei gruppi clinici. Una possibile ragione potrebbe riguardare una maggiore voglia di contatto nei pazienti. Ad esempio, la solitudine spesso è associata a malattie croniche, legate all’umore depresso e a sentimenti di ansia. Il tatto può essere utilizzato per contrastare questo sviluppo negativo. Negli adulti e nei bambini, conoscere chi tocca non ha influenzato i benefici per la salute. Al contrario, la familiarità ha influenzato i benefici generali per la salute dei neonati, con il tocco dei genitori che è stato più benefico del tocco applicato dal personale medico. Già gli studi precedenti avevano suggerito che il contatto precoce pelle a pelle e l’esposizione all’odore materno sono fondamentali per la capacità del neonato di adattarsi a un nuovo ambiente, supportando l’idea che le cure parentali sono difficili da sostituire in questo primo periodo di vita.
La nostra comprensione del tocco come strumento terapeutico è ancora in evoluzione, ma questi risultati confermano che il contatto fisico è cruciale per la nostra salute e il nostro benessere. In un mondo sempre più distanziato digitalmente, queste scoperte ci ricordano l’importanza insostituibile del calore umano per il nostro benessere mentale e fisico. Forse, nel cercare soluzioni per il futuro, non dovremmo dimenticare il potere curativo di un semplice abbraccio.