L’importanza delle parole

“Le parole sono importanti”

Questo affermava Nanni Moretti in un suo famoso film.
Le parole sono importanti e generano emozioni”, aggiungo io.

E lo dico proprio nella giornata mondiale contro il cancro, la giornata che mira all’accrescimento della consapevolezza e della sensibilizzazione su questa malattia.

Il cancro è una malattia subdola, impietosa, che la ricerca medica cerca di contrastare, in molti casi con successo. In altri, purtroppo, no. Perché bisogna avere il coraggio di dirlo chiaramente: dalla malattia o si guarisce o si muore, ma altrettanto chiaramente bisogna dire che alla fine di questo percorso doloroso non ci sono né vincitori né vinti, come invece la retorica stereotipata ci ha abituato a pensare. Non so quale sia stato il momento esatto in cui dalla “lotta alla malattia” che significava “unire le nostre forze per contrastare il male”, si è passati ad una narrazione “in solitaria” dove il malato è diventato un guerriero che, con le sue uniche forze fisiche e psicologiche, combatte oppure si arrende. Ma quali emozioni, quali sensazioni, quanta frustrazione possono suscitare in un malato frasi come “sconfitto dalla malattia”, “dopo una lunga battaglia si è arreso alla malattia”? frasi che sentiamo e leggiamo puntualmente in seguito alla morte di un personaggio noto.

In qualità di presidente di un’associazione impegnata a sostenere le donne operate di tumore al seno, io voglio dire a chi sta affrontando una diagnosi di malattia che ognuno ha il diritto di affrontare il percorso di cura come si sente, al meglio delle proprie possibilità fisiche ed emotive che sono personali e diverse per ognuno. Se vi sentite motivati dalla narrazione del “guerriero”, bene. Se preferite la riservatezza oppure la vicinanza della famiglia, bene lo stesso! In ogni caso non siete soli: al vostro fianco c’è la ricerca scientifica, ci sono i medici e le strutture sempre più all’avanguardia, ci sono le associazioni come la nostra.

Nell’affrontare la malattia non c’è un comportamento giusto o sbagliato in assoluto, c’è la necessità di rispettare il malato in quanto persona. Anche con le parole.

Carmela Mastroianni
Presidente
Il Cesto di Ciliege