Buone notizie dall’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano che ha presentato i risultati di uno studio sulle terapie molecolari, sostenuto da Fondazione AIRC. Il modello creato dall’IEO si basa su un gruppo di geni che forma una “firma molecolare”. Questo gruppo di geni è in grado di orientare le scelte terapeutiche dei singoli pazienti, evitando sia il “sovra” che il “sotto” trattamento nelle terapie post-chirurgiche. Testato su oltre 1800 pazienti, il modello ha dimostrato che la sua capacità di stimare il rischio recidiva entro 10 anni dalla diagnosi è superiore rispetto ai parametri clinico-patologici comunemente utilizzati.
I risultati del “nostro studio rappresentano un ulteriore passo verso l’obiettivo che perseguiamo da anni: dare a ciascuna paziente la terapia migliore per lei e per la sua malattia”. Lo afferma Paolo Veronesi, direttore del Programma di Senologia IEO e Professore Associato all’Università degli Studi di Milano. “Grazie all’approccio multidisciplinare ed alla stretta interazione tra ricerca e clinica, la medicina personalizzata sta finalmente diventando una realtà anche per il tumore della mammella”.
Ma ad avere un peso sempre maggiore, come dimostrano le ultime evidenze scientifiche, è anche la dieta. Un grande studio americano che ha seguito migliaia di donne per oltre 10 anni, presentato al congresso, ha dimostrato che una maggiore assunzione di proteine vegetali è associato ad un rischio più basso di cancro al seno. Ed anche ad un minor rischio di morte dopo il tumore al seno.
Al contrario, un introito maggiore di proteine animali è risultato associato ad un rischio significativamente più alto di incidenza di cancro alla mammella, ma non di mortalità.